La forma delle nuvole

Leyla Cappelli

 

Di tutti i suoi figli Bernardo, detto Benny, era quello che la preoccupava di più, lo osservava trotterellare con una margherita in bocca mentre i suoi fratelli si rotolavano nel fango o si azzuffavano allegramente per accaparrarsi la mela più bella. Sembrava avere sempre la testa fra le nuvole, spesso le chiedeva di fermarsi con a lui  ad osservarne la forma e restavano così per lunghi momenti con gli occhi al cielo

Lei lo accontentava e si accorgeva che quei momenti di gioco un po' le piacevano  ma non poteva fare a meno di chiedersi perché Benny lo trovasse così interessante, come mai  fosse così attratto dal volo di una farfalla senza avvertire la necessità di afferrarla e ingollarla in un colpo.

Finché era stato cucciolo sembrava che nessuno notasse gli atteggiamenti insoliti di Benny, ma ora che era cresciuto, avvertiva che nella porcilaia a qualcuno sfuggivano spesso commenti su quel suo stare a pancia all'aria ad osservare il cielo o l'immancabile foulard a quadretti che teneva intorno al collo senza provare fastidio e soprattutto il suo sparire per ore nel bosco in solitudine e tornare con il pelo pieno di impercettibili macchioline bianche.

In realtà queste fughe solitarie cominciavano ad impensierire anche lei. Dove se ne andrà? Sarà sempre solo oppure no? Sì sarà messo in qualche brutto giro? Stava diventando un pensiero sempre più pressante, non trovava nessuno a confidare le proprie preoccupazioni, preferiva non essere lei ad attirare l'attenzione degli altri su Benny, era già abbastanza bravo da solo. 

Un giorno di primavera mentre gli altri giocavano come al solito decise di seguire Benny. 

Si tenne a debita distanza, muovendosi lentamente, cercando di non perderlo di vista. 

Avevano fatto ancora pochi metri nel bosco quando Benny si fermò di botto davanti ad un grosso albero frondoso e infilò il muso in una fessura del tronco, ne riemerse con dei bastoncini che gli spuntavano ai lati della bocca e riprese il passo fieramente. Poco più avanti alla base di un altro albero chinò il capo per infilare i bastoncini che aveva in bocca nel manico di un barattolo, una volta sollevato, questo dondolò e ne fuoriusci della vernice bianca, due grasse gocciolone si depositarono sulle zampe di Benny che cominciò così ad avanzare strusciando le zampe nell' erba. Forse sperava, in questo modo, di pulirle. 

Osservava la strana andatura di suo figlio, manteneva la distanza e cercava di non fare rumore. Avanzò così per un bel tratto, concentratissima, solo quando Benny si fermo' per depositare il barattolo, si concesse di alzare lo sguardo. 

Una radura circondata fittamente da alberi, sui tronchi erano state disegnate delle forme bianche, le forme della panna, del cotone..no, all' improvviso capì, erano nuvole!

Benny amava così tanto il cielo da desiderare di averlo alla sua altezza!

I bastoncini che aveva tenuto tra i denti fin lì erano pennelli e con quelli, lontano da ogni frastuono, lui dipingeva le nuvole!

Suo figlio era diverso dagli altri, lui era un artista! 


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