ROMEO
Il frastuono che viene su dalla strada costringe Romeo ad abbandonare la scrivania, il sole è calato ma lui non se n'è accorto. È rimasto lì, nella penombra della stanza, con Attilio raggomitolato ai piedi, intento nella correzione dei temi che i suoi alunni hanno svolto in classe non più di una settimana fa. Distende le lunghe gambe magre e un solo passo gli basta per raggiunge la finestra, con gesto deciso chiude i vetri, la vecchia maniglia d'ottone non gira più tanto facilmente, le nocche delle sue candide mani diventano rosse per lo sforzo e le scuote un può prima di infilarle nella tasca dei pantaloni. Torna alla scrivania, accende la lampada, ma non ha più voglia di continuare a correggere i temi, con un gesto stizzito, li sparpaglia, scuote la testa, ci penserà domani. Poi li raccoglie e li appoggia ordinatamente a lato della scrivania, fa un lungo respiro, si alza dalla sedia, prende la giacca dall’attaccapanni ed esce di casa. Pensa ancora a quei temi e al perché do